Sunday 3 August 2008

Le riflessioni dopo due anni di Londra


Un po' in ritardo ma ecco finalmente la foto scattata all'arrivo del Race for Life. A proposito volevo ringraziare tutti voi che mi avete sponsorizzato, è stata davvero un'esperienza importante e sapere che poteva portare a qualcosa di utile la rende ancora più bella.
Sono passati un po' di giorni dall'ultimo post e devo dire che di cose ne sono successe. Non tanto in fatto di "eventi", quanto di cose che mi sono passate per la testa. Non sto a fare un racconto dettagliato di tutto ciò, ma arrivo subito alle conclusioni. Qui le cose non girano stupendamente (ovviamente non in tutti gli aspetti), ed è il momento di valutare quali siano le priorità adesso. L'idea Londra era nata come una cosa breve, pochi mesi giusto per fare un po' di esperienza. Ma poi le cose han preso un'altra piega...un lavoro fisso ben pagato, la possibilità di avere una casa carina, belle vacanze e soldini per togliersi quache sfizio. Ma tutto questo ha un prezzo. Che forse all'inizio non pesa, ma dopo due anni inizia a farsi sentire.
Per esempio? La tristezza degli inglesi.
Questo è un popolo triste, i cui bambini vengono educati gia`da piccoli a vivere in un clima competitivo e classista. Un'amica che lavora nel campo dell'educazione infantile mi ha raccontato che qui le maestre dell'asilo non possono abbracciare nè baciare i bambini, incredibile.
L'incapacità di espimere quello che sentono arriva a limiti inaccettabili per me, ed il loro sense of humor è davvero snervante. Il mio vicino di desk sa che sto passando un periodo di noia/crisi generale, e con ghigno stupido ogni giorno mi chiede "come va oggi, hai dormito bene"? Che per loro è l'equivalente del nostro"Oh, ma oggi c'hai le tue cose??". Humor inglese...
La televisione è piena di documentari tristissimi (deformazioni fisiche e malattie genetiche si sprecano...) o idiozie totali. Il loro grande fratello è pieno di gente con problemi psichici seri (almeno nel mostro passano tutto il tempo a fare porcate che è più sano).
Il gossip regna sovrano, ma invece di essere un gossip leggero (alla Di Pietro che si bacia con una bruna), diventa un gossip morboso e si mescola con la cronaca nera: VIP decadenti, gente accoltellata, bambine scomparse nel nulla...
Ma viva la cultura mediterranea, leggera e ignorante, piena di sani stereotipi e pettegolezzi. Viva la gente che si lamenta per tutto e quelli che dicono che non guardano l'Isola dei Famosi ma ne conoscono tutti i dettagli. Viva le vasche in centro e il cono gelato, il Festivalbar (che ahimè è in via di estinzione) e il cocomeraro.
Ho bisogno di pensare che esista qualcosa di più di un lavoro, una casa figa e ristoranti di lusso.
Certo non dico che tutti gli inglesi siano così, anche perchè la maggior parte della popolazione londinese non è inglese. Ma questo senso di pesantezza si sente comunque...
E quindi... che dire. è ora di pensare a tornare in posti più consoni, in cui il valore delle cose sia diverso, in cui l'ottimismo sia contagioso e la vita si viva così per come viene. che i bambini corrano felici e li si possa baciare tutte le volte che se ne ha voglia.

1 comment:

Anonymous said...

grande sono qui da un anno, non a londra per fortuna, ma a leeds ma ti assicuro che e' piu o meno uguale. ti sei dimenticata una cosa lo shopping, questa gente e' malata di shopping e non solo le donne ma tutti bambini compresi. Tutti e dico tutti hanno almeno 2 cellulari di ultima generazione, faccio il farmacista e qua si dispensa il metadone ai drogati e anche questi o non c'hanno du cellulari. E' proprio un popolo di merda.